Rotonda. Ultimo atto del rito arboreo in onore di Sant’Antonio da Padova.
Dopo la fatica di questi giorni, finalmente la “pitu” (un faggio di oltre 20 mesi di altezza) e la “rocca” (un abete di circa 10 metri), si sono incontrati, preceduti dal corteo di circa 30 “porfiche”, nella centralissima piazza Vittorio Emanuele II di Rotonda, accolti da una folle di fedeli provenienti da tutta la Basilicata, dalle vicine Puglia e Calabria, per questo matrimonio arboreo, dove l’uomo e la natura diventano una cosa sola, in onore di Sant’Antonio da Padova Patrono del borgo
Sul palco il sindaco di Rotonda, Rocco Bruno con tutta l’Amministrazione Comunale, i primi cittadini dei comuni vicini, don Gianni Forte. Ed ancora le forze dell’ordine con i Carabinieri, i colleghi Forestali i caporali di “pitu” e “rocca”.
Un’ovazione ha accolto il momento in cui la pitu, di circa 30 tonnellate, è stata girata a mano dai rotondesi, sotto la guida sapiente di Carlo Greco, che da vice è diventato caporale dopo che per 35 anni lo è stato, Nicola Forte, grande esempio per tutta Rotonda che, in questi anni ha incarnato bene lo spirito e l’essenza di questa festa. La pitu con sopra il caporale, è stata portata a spalla, da tutti i personaggi che in questi giorni hanno lavorato senza sosta, sfidando anche il tempo che non è stato clemente, che di certo non li ha fermati, Mentre la “rocca” portata in chiesa è arrivata fino all’effige del Santo. Gesti e movenze che si ripetono nel tempo in onore del Santo protettore, Antonio da Padova.
Oggi ultimo atto, l’innesto della “rocca” e della “pitu” e successivo innalzamento senza mezzi meccanici dinnanzi alla casa comunale dove rimarrà fino al prossimo anno.13 giugno 2023.